TELEVISIONE 1978 - MA CHE SERA

 

 

1978 - Ma che sera

 

RAI Rete 1 (Colore)

 
Spettacolo di varietà musicale
   In onda dal 4/03/1978 al 22/04/1978 in 6 puntate
 
Condotto da: Raffaella Carrà, Paolo Panelli,
Bice Valori e Alighiero Noschese
 
Autori: Gianni Boncompagni, Dino Verde e Gino Landi
 
Scenografia: Cesarini da Senigallia
 
Costumi: Luca Sabatelli
 
Coreografie: Gino Landi
 
Orchestra diretta dal maestro Paolo Ormi
 
Regia: Gino Landi
 
Sigla iniziale: "Tanti auguri" (Raffaella Carrà)
 
Sigla Finale: "Amoa" (Raffaella Carrà)

Lo show, che segna il ritorno di Raffaella alla Tv Italiana dopo anni di tour e programmi all’estero, vede Raffaella apparire per la prima volta a colori anche in Italia.
Il programma, realizzato con grandi mezzi e costi, sarà esportato in 36 paesi stranieri sfruttando la presa commerciale del personaggio Carrà, che in quel periodo trionfa un pò dappertutto.
Raffaella ritrova il Sabato sera e il grande varietà, dove presenta canta e balla sulle stupende coreografie curate da Gino Landi.
Lo show scritto da Gianni Boncompagni e Dino Verde si ispira a "Gran varietà", uno spettacolo radiofonico di grande successo che si era concluso nell'Ottobre dell'anno precedente.
La sigla iniziale “Tanti auguri”, in cui Raffaella canta un inno all’amore ed il cui video viene girato all’interno del parco “l’Italia in miniatura” a Rimini, diventa immediatamente un successo internazionale con la celebre strofa "come è bello far l'amore da Trieste in giù".
Raffaella in questo periodo appare ancora più ironica e libera, tanto che interpreta con assoluta semplicità anche la canzone “Luca” che parla del suo amore verso un ragazzo gay: tema fino ad allora considerato un vero e proprio tabù. Anche in questa trasmissione Raffaella è colpita dalla censura, poiché registra un balletto dove vestita da suora con le gambe scoperte canta su di una mela, mentre attorno a lei i ballerini ballano completamente nudi coperti solo da una bombetta. Si decide di mandare in onda ugualmente il balletto dedicato ai Beatles, ma la sequenza di Raffaella in versione suora-sexy  viene ripresa ad una distanza considerevole.
Conducono il programma con Raffaella la coppia di attori Paolo Panelli - Bice Valori e il più grande imitatore della storia della tv Italiana ovvero Alighiero Noschese. Ospite fisso in ogni puntate è anche Giorgio Bracardi con in suo personaggio Catenacci, un Gerarca dell'era fascista che bistrattava alla fine di ogni sketch Raffaella (definita troppo magra), il maestro Paolo Ormi (musicalmente incompetente) e talvolta anche qualche figurante tra il pubblico!
Il programma nato sotto i migliori auspici e con il paese che si stava sollevando dal pesante clima di "austerity" degli anni precedenti di cui Raffaella ne aveva già fatto le spese con l'ultima edizione di Canzonissima, purtroppo va in onda proprio durante i giorni del tragico rapimento dell'onorevole Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse e per questo motivo non riesce ad ottenere il successo di pubblico tanto sperato.
Questo fatto gravissimo e sconvolgente non è sufficiente ad impedire la messa in onda del programma (sarebbe stato sufficiente posporlo di qualche mese e tagliare soltanto l'imitazione di Aldo Moro) ma così non fu nonostante la volontà di Raffaella dimostratasi assai più lungimirante dei dirigenti RAI.Tra l'altro la vicenda si prolungò per un periodo di tempo coincidente con quello delle puntate aggravando ulteriormente la situazione
“Il giorno che rapirono Moro telefonai alla Rai e dissi "vi prego non mandate in onda il mio varietà". E invece andò in onda lo stesso. Rapivano Moro e io cantavo "Com'è bello far l'amore da Trieste in giù". Mi vergognai così tanto che non tornai più in Italia per molto tempo". (da L' Espresso 39/1999).


Alighiero Noschese - Lo stile e le imitazioni

Oltre alla capacità di riprodurre in modo pressoché perfetto voce, atteggiamenti e caratteristiche fisiche dei soggetti delle sue imitazioni, Alighiero Noschese riusciva a satireggiare in modo sottile e mai volgare, creando gag e battute pungenti. La sua non è mai stata una vera e propria satira spietata del potere, bensì piuttosto una serie di camaleontiche caricature di numerosissimi personaggi famosi di cui coglieva magistralmente i cosiddetti "tic". Per la sua eccezionale capacità di rifare le voci di tutti, poi, era soprannominato "il Fregoli delle voci"
L'autore dei testi di Noschese era il grande sceneggiatore Dino Verde, mentre le sue eccezionali ed esasperate somiglianze fisiche con i personaggi imitati erano invece merito della famosa truccatrice Ida Montanari.
Restano memorabili tra le tante le sue caratterizzazioni del giornalista Rai Mario Pastore, che di fronte ad una telefonata di smentita di una notizia faceva la faccia smarrita e con gli occhi spiritati diceva "Mi dicono che non è vero", del giornalista Rai Jader Jacobelli, dell'annunciatrice Mariolina Cannuli di cui enfatizzava l'atteggiamento sensuale, e del politico Amintore Fanfani. Oltre a questi si ricorderanno per sempre le imitazioni di altri giornalisti quali Paolo Cavallina, Ruggero Orlando, Tito Stagno, Ugo Zatterin (moderatore di tribune elettorali), di Mike Bongiorno, Gianni Morandi, Alberto Sordi, dei politici Ugo La Malfa, Giovanni Leone, Marco Pannella, e di molti altri ancora.
L'ultimo programma televisivo a cui partecipò fu proprio "Ma che sera"
Da allora Noschese cadde in una drammatica depressione e il 3 dicembre 1979, a soli quarantasette anni, si suicidò con un colpo di pistola alla tempia nella cappella della clinica romana villa Stuart, dove era stato ricoverato.

Paolo Panelli - Una vita passata tra cinema e teatro e televisione

Lavorò a fianco della moglie, l'attrice brillante Bice Valori, e con lei fu il protagonista di innumerevoli trasmissioni televisive sin dal 1952, anno in cui i due attori si sposarono, fino alla morte di lei, nel 1980; tra queste vanno ricordate Pep - Piccola Enciclopedia Panelli del 1963, Speciale per noi del 1971 e Ma che sera del 1978.
Nel 1959 vinse il Microfono d'Argento come miglior personaggio televisivo dell'anno per la conduzione di una storica edizione di Canzonissima, assieme a Delia Scala e Nino Manfredi. Dello stesso programma condusse anche l'edizione del 1968 insieme a Mina e a Walter Chiari.
Nel 1961 recitò nella commedia musicale Rinaldo in campo di Garinei e Giovannini, con Domenico Modugno, Delia Scala, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, nella parte di "Chiericuzzu", in cui lui, attore comico, dà una grandissima prova, anche di attore drammatico, nel momento della morte del personaggio.

Teatro:
Aggiungi un posto a tavola, di Pietro Garinei, Sandro Giovannini, Iaia Fiastri, regia di Garinei e Giovannini con Johnny Dorelli, Paolo Panelli, Bice Valori, Daniela Goggi, Carlo Piantadosi, Christy, Ugo Maria Morosi, Renato Turi, 8 dicembre 1974, Teatro Sistina di Roma.

Cinema:
È stato interprete, come efficace caratterista, di numerose pellicole cinematografiche, tra cui vanno menzionate Noi duri (1960), di Camillo Mastrocinque; L'assassino (1961), di Elio Petri; Il conte Tacchia (1982), Sing Sing e Questo e quello (1983), di Sergio Corbucci; Grandi magazzini (1986), di Castellano e Pipolo, Splendor (1989), di Ettore Scola; Parenti serpenti di Mario Monicelli (1992).

Televisione:
Studio Uno È stato ospite praticamente fisso in trasmissioni televisive e radiofoniche di successo come Studio Uno e il programma radiofonico Gran varietà e quello omonimo televisivo di Rete 4, Gran varietà, nei personaggi del "tassinaro", di Cecconi Bruno (Ceccon Brown) e Menelao Strarompi. In esse ha mostrato le sue doti di attore comico, a volte dissacrante, con i suoi personaggi macchiettistici, interprete della romanità ma anche dei vizi dell'italiano medio.

Termina la propria carriera nelle due serie (1995 e 1996) del telefilm Pazza famiglia di Enrico Montesano.

Bice Valori - indimenticabile compagna di Paolo Panelli

Durante la frequentazione dell'Accademia Nazionale di arte drammatica la giovanissima attrice conobbe Paolo Panelli, con il quale avrebbe instaurato un lungo e proficuo sodalizio sia artistico che affettivo.
Dotata di un'istintiva verve e di uno spiccato senso umoristico, Bice Valori fu impegnata dapprima in radio: tra il 1949 e il 1951 fece parte del cast della celebre rivista radiofonica "La bisarca" di Garinei e Giovannini.
A partire dai primi anni '50, l'attrice cominciò a lavorare con successo nel teatro di rivista. Tra i numerosi spettacoli ricordiamo Controcorrente (1953), Senza rete (1955) e Oh quante belle figlie madama Doré (1955), quest'ultimo insieme al caro amico Walter Chiari.
Il vero successo arrivò grazie alla televisione. Sia da sola che insieme al marito Paolo Panelli, Bice Valori fu protagonista di numerosi lavori televisivi, quasi sempre di genere brillante. È stata spumeggiante ed ironica intrattenitrice in famosi varietà come Doppia coppia (1969-70), di cui si ricorda il suo esilarante personaggio della centralinista della RAI, Speciale per noi (1971), insieme a Paolo Panelli, Aldo Fabrizi e Ave Ninchi, e, dopo un'assenza di qualche anno per impegni teatrali, Ma che sera (1978).
Notevoli le sue partecipazioni alle commedie musicali firmate da Garinei e Giovannini, tra cui "Rugantino" (1962), con Nino Manfredi e Aldo Fabrizi (grandissimo successo, rappresentato anche in America), e due fortunate produzioni accanto al marito Paolo Panelli, "Aggiungi un posto a tavola" (1975) e "Accendiamo la lampada" (1979). Nel 1978 fece nuovamente parte del cast di "Rugantino", nello stesso ruolo di Eusebia, sorella del protagonista, stavolta interpretato da Enrico Montesano.

Giorgio Bracardi

Fratello del musicista e attore Franco Bracardi, è anche lui musicista e cantante, nonché in possesso di grandi capacità comiche; compositore negli anni sessanta, per la RCA, ha più volte partecipato al Festival di Sanremo come autore.
Creatore di un vasto repertorio di personaggi a partire della trasmissione radiofonica "Alto gradimento", dei quali citiamo Scarpantibus ovvero "l'uccellaccio del Nicaragua", il petulante giornalista Max Vinella, l'esaltato gerarca fascista Catenacci, il depresso ed emicranico responsabile Rai dottor Marsala, l'improbabile farmacista dottor Onorato Spadone («L'uomo è una bestia!», «Lei, ha il mal di testa? Allora le do una purga!»), il maestro Benito Cerbottana, inguaribile nostalgico de La dolce vita.