Lo show, che segna
il ritorno di Raffaella alla Tv Italiana dopo anni di tour e
programmi all’estero, vede Raffaella apparire per la prima volta
a colori anche in Italia.
Il programma, realizzato con grandi mezzi e costi, sarà esportato
in 36 paesi stranieri sfruttando la presa commerciale del personaggio
Carrà, che in quel periodo trionfa un pò dappertutto.
Raffaella ritrova il Sabato sera e il grande varietà, dove presenta
canta e balla sulle stupende coreografie curate da Gino Landi.
Lo show scritto da Gianni Boncompagni e Dino Verde si ispira
a "Gran varietà", uno spettacolo radiofonico di grande successo
che si era concluso nell'Ottobre dell'anno precedente.
La sigla iniziale “Tanti auguri”, in cui Raffaella canta un
inno all’amore ed il cui video viene girato all’interno del
parco “l’Italia in miniatura” a Rimini, diventa immediatamente
un successo internazionale con la celebre strofa "come è bello
far l'amore da Trieste in giù".
Raffaella in questo periodo appare ancora più ironica e libera,
tanto che interpreta con assoluta semplicità anche la canzone
“Luca” che parla del suo amore verso un ragazzo gay: tema fino
ad allora considerato un vero e proprio tabù. Anche in questa
trasmissione Raffaella è colpita dalla censura, poiché registra
un balletto dove vestita da suora con le gambe scoperte canta
su di una mela, mentre attorno a lei i ballerini ballano completamente
nudi coperti solo da una bombetta. Si decide di mandare in onda
ugualmente il balletto dedicato ai Beatles, ma la sequenza di
Raffaella in versione suora-sexy viene ripresa ad una
distanza considerevole.
Conducono il programma con Raffaella la coppia di attori Paolo
Panelli - Bice Valori e il più grande imitatore della storia
della tv Italiana ovvero Alighiero Noschese. Ospite fisso in
ogni puntate è anche Giorgio Bracardi con in suo personaggio
Catenacci, un Gerarca dell'era fascista che bistrattava alla
fine di ogni sketch Raffaella (definita troppo magra), il maestro
Paolo Ormi (musicalmente incompetente) e talvolta anche qualche
figurante tra il pubblico!
Il programma nato sotto i migliori auspici e con il paese che
si stava sollevando dal pesante clima di "austerity" degli anni
precedenti di cui Raffaella ne aveva già fatto le spese con
l'ultima edizione di Canzonissima, purtroppo va in onda proprio
durante i giorni del tragico rapimento dell'onorevole Aldo Moro
da parte delle Brigate Rosse e per questo motivo non riesce
ad ottenere il successo di pubblico tanto sperato.
Questo fatto gravissimo e sconvolgente non è sufficiente ad
impedire la messa in onda del programma (sarebbe stato sufficiente
posporlo di qualche mese e tagliare soltanto l'imitazione di
Aldo Moro) ma così non fu nonostante la volontà di Raffaella
dimostratasi assai più lungimirante dei dirigenti RAI.Tra l'altro
la vicenda si prolungò per un periodo di tempo coincidente con
quello delle puntate aggravando ulteriormente la situazione
“Il giorno
che rapirono Moro telefonai alla Rai e dissi "vi prego non mandate
in onda il mio varietà". E invece andò in onda lo stesso. Rapivano
Moro e io cantavo "Com'è bello far l'amore da Trieste in giù".
Mi vergognai così tanto che non tornai più in Italia per molto
tempo". (da L' Espresso 39/1999).
Alighiero Noschese -
Lo stile e le imitazioni
Oltre alla capacità
di riprodurre in modo pressoché perfetto voce, atteggiamenti
e caratteristiche fisiche dei soggetti delle sue imitazioni,
Alighiero Noschese riusciva a satireggiare in modo sottile e
mai volgare, creando gag e battute pungenti. La sua non è mai
stata una vera e propria satira spietata del potere, bensì piuttosto
una serie di camaleontiche caricature di numerosissimi personaggi
famosi di cui coglieva magistralmente i cosiddetti "tic". Per
la sua eccezionale capacità di rifare le voci di tutti, poi,
era soprannominato "il Fregoli delle voci"
L'autore dei testi di Noschese era il grande sceneggiatore Dino
Verde, mentre le sue eccezionali ed esasperate somiglianze fisiche
con i personaggi imitati erano invece merito della famosa truccatrice
Ida Montanari.
Restano memorabili tra le tante le sue caratterizzazioni del
giornalista Rai Mario Pastore, che di fronte ad una telefonata
di smentita di una notizia faceva la faccia smarrita e con gli
occhi spiritati diceva "Mi dicono che non è vero", del giornalista
Rai Jader Jacobelli, dell'annunciatrice Mariolina Cannuli di
cui enfatizzava l'atteggiamento sensuale, e del politico Amintore
Fanfani. Oltre a questi si ricorderanno per sempre le imitazioni
di altri giornalisti quali Paolo Cavallina, Ruggero Orlando,
Tito Stagno, Ugo Zatterin (moderatore di tribune elettorali),
di Mike Bongiorno, Gianni Morandi, Alberto Sordi, dei politici
Ugo La Malfa, Giovanni Leone, Marco Pannella, e di molti altri
ancora.
L'ultimo programma televisivo a cui partecipò fu proprio "Ma
che sera"
Da allora Noschese cadde in una drammatica depressione e il
3 dicembre 1979, a soli quarantasette anni, si suicidò con un
colpo di pistola alla tempia nella cappella della clinica romana
villa Stuart, dove era stato ricoverato.
Paolo Panelli - Una
vita passata tra cinema e teatro e televisione
Lavorò a fianco della
moglie, l'attrice brillante Bice Valori, e con lei fu il protagonista
di innumerevoli trasmissioni televisive sin dal 1952, anno in
cui i due attori si sposarono, fino alla morte di lei, nel 1980;
tra queste vanno ricordate Pep - Piccola Enciclopedia Panelli
del 1963, Speciale per noi del 1971 e Ma che sera del 1978.
Nel 1959 vinse il Microfono d'Argento come miglior personaggio
televisivo dell'anno per la conduzione di una storica edizione
di Canzonissima, assieme a Delia Scala e Nino Manfredi. Dello
stesso programma condusse anche l'edizione del 1968 insieme
a Mina e a Walter Chiari.
Nel 1961 recitò nella commedia musicale Rinaldo in campo di
Garinei e Giovannini, con Domenico Modugno, Delia Scala, Franco
Franchi e Ciccio Ingrassia, nella parte di "Chiericuzzu", in
cui lui, attore comico, dà una grandissima prova, anche di attore
drammatico, nel momento della morte del personaggio.
Teatro:
Aggiungi un posto a tavola, di Pietro Garinei, Sandro Giovannini,
Iaia Fiastri, regia di Garinei e Giovannini con Johnny Dorelli,
Paolo Panelli, Bice Valori, Daniela Goggi, Carlo Piantadosi,
Christy, Ugo Maria Morosi, Renato Turi, 8 dicembre 1974, Teatro
Sistina di Roma.
Cinema:
È stato interprete, come efficace caratterista, di numerose
pellicole cinematografiche, tra cui vanno menzionate Noi duri
(1960), di Camillo Mastrocinque; L'assassino (1961), di Elio
Petri; Il conte Tacchia (1982), Sing Sing e Questo e quello
(1983), di Sergio Corbucci; Grandi magazzini (1986), di Castellano
e Pipolo, Splendor (1989), di Ettore Scola; Parenti serpenti
di Mario Monicelli (1992).
Televisione:
Studio Uno È stato ospite praticamente fisso in trasmissioni
televisive e radiofoniche di successo come Studio Uno e il programma
radiofonico Gran varietà e quello omonimo televisivo di Rete
4, Gran varietà, nei personaggi del "tassinaro", di Cecconi
Bruno (Ceccon Brown) e Menelao Strarompi. In esse ha mostrato
le sue doti di attore comico, a volte dissacrante, con i suoi
personaggi macchiettistici, interprete della romanità ma anche
dei vizi dell'italiano medio.
Termina la propria carriera nelle due serie (1995 e 1996) del
telefilm Pazza famiglia di Enrico Montesano.
Bice Valori - indimenticabile
compagna di Paolo Panelli
Durante la frequentazione dell'Accademia Nazionale di arte drammatica
la giovanissima attrice conobbe Paolo Panelli, con il quale
avrebbe instaurato un lungo e proficuo sodalizio sia artistico
che affettivo.
Dotata di un'istintiva verve e di uno spiccato senso umoristico,
Bice Valori fu impegnata dapprima in radio: tra il 1949 e il
1951 fece parte del cast della celebre rivista radiofonica "La
bisarca" di Garinei e Giovannini.
A partire dai primi anni '50, l'attrice cominciò a lavorare
con successo nel teatro di rivista. Tra i numerosi spettacoli
ricordiamo Controcorrente (1953), Senza rete (1955) e Oh quante
belle figlie madama Doré (1955), quest'ultimo insieme al caro
amico Walter Chiari.
Il vero successo arrivò grazie alla televisione. Sia da sola
che insieme al marito Paolo Panelli, Bice Valori fu protagonista
di numerosi lavori televisivi, quasi sempre di genere brillante.
È stata spumeggiante ed ironica intrattenitrice in famosi varietà
come Doppia coppia (1969-70), di cui si ricorda il suo esilarante
personaggio della centralinista della RAI, Speciale per noi
(1971), insieme a Paolo Panelli, Aldo Fabrizi e Ave Ninchi,
e, dopo un'assenza di qualche anno per impegni teatrali, Ma
che sera (1978).
Notevoli le sue partecipazioni alle commedie musicali firmate
da Garinei e Giovannini, tra cui "Rugantino" (1962), con Nino
Manfredi e Aldo Fabrizi (grandissimo successo, rappresentato
anche in America), e due fortunate produzioni accanto al marito
Paolo Panelli, "Aggiungi un posto a tavola" (1975) e "Accendiamo
la lampada" (1979). Nel 1978 fece nuovamente parte del cast
di "Rugantino", nello stesso ruolo di Eusebia, sorella del protagonista,
stavolta interpretato da Enrico Montesano.
Giorgio Bracardi
Fratello del musicista
e attore Franco Bracardi, è anche lui musicista e cantante,
nonché in possesso di grandi capacità comiche; compositore negli
anni sessanta, per la RCA, ha più volte partecipato al Festival
di Sanremo come autore.
Creatore di un vasto repertorio di personaggi a partire della
trasmissione radiofonica "Alto gradimento", dei quali citiamo
Scarpantibus ovvero "l'uccellaccio del Nicaragua", il petulante
giornalista Max Vinella, l'esaltato gerarca fascista Catenacci,
il depresso ed emicranico responsabile Rai dottor Marsala, l'improbabile
farmacista dottor Onorato Spadone («L'uomo è una bestia!», «Lei,
ha il mal di testa? Allora le do una purga!»), il maestro Benito
Cerbottana, inguaribile nostalgico de La dolce vita.