Martino Lori,
consigliere di Stato, è da tutti considerato con sufficienza e
disprezzo perché creduto vile, falso e
calcolatore: in realtà non è così; egli, dopo la morte della
moglie Giulia, teneramente amata, si è sempre solo sacrificato per
la figlia Palma Lori senza sapere che essa non è sua figlia ma del
senatore Salvo Manfroni, amico di famiglia e suo superiore, il quale
lo ha tradito tre volte: la prima con la moglie, la seconda con la
figlia, facendole credere che egli era a conoscenza dei fatti e
approfittava della situazione per interesse personale di carriera e
la terza col rubare gli appunti del padre di Giulia, il fisico
Agliani, appropriandosi così indebitamente di una importante
scoperta scientifica.
Dopo il
matrimonio di Palma col marchese Flavio Gualdi, matrimonio combinato
dal senatore che ha riccamente dotato a tal scopo la figlia, questa,
stufa della presenza importuna nella casa del marito di Martino
Lori, il falso padre, gli spiega la verità: cioè che tutti sanno
che egli è in una posizione irregolare e che deve solo andarsene e
non farsi più vedere; al povero Martino crolla il mondo addosso:
finalmente comprende che è stato il cornuto zimbello di tutti, che
tutti gli hanno sempre fatto capire che esagerava, che era un
vigliacco, vile e gretto ...miserabile e imbecille! La sua reazione
potrebbe essere violenta, soprattutto il senatore teme per la vita e
per il prestigio sociale che verrebbe compromesso dalla
pubblicazione della notizia degli appunti rubati... ma l'affetto di
Palma ora comprensivo e riverente per l'ex padre ritrovato e
riconosciuto sincero, giusto e buono, recupera il rapporto
famigliare e la commedia termina con : è...tutto per bene, sì,
tutto per bene!.