CONFERENZA
STAMPA PER "IL GRAN CONCERTO" II Edizione
- Roma 10/09/2009
La nuova stagione di Raffaella Carrà riparte come autrice.
"Voi sottovalutate sempre
il mio ruolo creativo, invece è quello che mi piace di più. Mi piace
lavorare in squadra, credetemi, inventare un programma, realizzarlo,
è il momento più bello... ".
Caschetto d'ordinanza, completo bianco, presenta Gran concerto,
il programma di musica classica per bambini condotto da Alessandro
Greco, di cui è autrice insieme a Sergio Japino (scritto con Loredana
Lipperini e Caterina Manganella), che torna dal 20 su RaiTre, e
si racconta:
"Mi sono vestita
da Carrà - ride - ed eccomi qua a raccomandarvi un programma per
i più piccoli che è una bomba, perché fa ridere, ed è commovente.
I nostri sono bambini veri, raccolti nei centri estivi: quando vengono
invitati sul palco, nell'Auditorium Toscanini di Torino, non sanno
assolutamente cosa accadrà. Neanche stavolta ho rinunciato a qualche
'carrambatina'. Al Campiello ho sentito il direttore generale Mauro
Masi dire che la Rai dovrà seguire sempre di più la strada della
cultura: sono contenta, Il gran concerto rientra in questa filosofia".
L'anno scorso ha riportato
al successo la Lotteria Italia, quest'anno in palinsesto non ci
sono progetti per lei.
"Se hanno bisogno di me,
basta che mi chiamino. Sono a disposizione. Ma non posso essere
io ad alzare il telefono. Non voglio fare la star ma, di solito,
sono i direttore a cercarmi per propormi qualcosa o, semplicemente,
per conoscermi. Che dovrei fare? Telefonare e dire: 'Buongiorno,
sono Raffaella Carrà'. Quando mi chiamano, siccome sono una signora
gentile, vado a incontrarli nel loro ufficio. Per lavorare ho bisogno
di un direttore che creda in me ma, forse, una televisione fatta
così non esiste più".
Non ha incontrato neanche
il nuovo direttore di RaiUno Mauro Mazza?
"Non ho incontrato nessuno.
Sono sempre stata una persona al servizio della tv, se hanno bisogno
basta che si facciano sentire: con Sergio Japino e il mio team sono
pronta a studiare un progetto. Se va bene, si realizza; altrimenti
si butta nel cestino". Sorride: "Con tutte le cose che ho da fare,
posso vivere serena lontano dalle telecamere. Non ho quella fissazione
lì. Come conduttrice non mi va di andare a proporre un'idea, innanzitutto
perché me la fregano - è già successo - e poi perché non voglio
sentirmi dire che il palinsesto è già pieno. Non è orgoglio, è il
mio modo di concepire la tv: amo la schiettezza. Non ho mia inciuciato
in vita mia, invece adesso mi pare che gli inciuci siano all'ordine
del giorno, non ho mai avuto padrini. Se lavoro da trent'anni è
perché ho portato i risultati, con quelli sono andata avanti".